Terni – Perché costruire politiche e interventi intergenerazionali? Perché mettere in campo azioni che cercano un minimo comune denominatore tra generazioni diverse? Perché è importante che le persone di diverse fasce d’età parlino tra loro e magari si “incrocino” per produrre benessere le une per le altre?
Secondo l’Eurostat la solidarietà intergenerazionale consiste nel sostegno reciproco, nella cooperazione tra le diverse fasce d’età finalizzata a creare una società che permetta a persone diverse tra loro di contribuire secondo le proprie esigenze e capacità e di beneficiare dei progressi economici e sociali. Il senso e gli obiettivi degli interventi intergenerazionali possono dunque essere, da un lato, valorizzare e far emergere i legami che già ci sono, e, dall’altro, costruire percorsi nuovi e, perché no, ricomporre eventuali conflitti.
La ricerca muove da queste premesse. L’ottica è quella della valorizzazione del cosiddetto capitale sociale, costituito dalla quantità e dalla qualità delle relazioni, dei legami, di ciò che unisce le persone, fattore ancora più importante in un contesto sociale caratterizzato da un’alta frammentazione e da un processo di “individualizzazione” molto spinto; il tutto nella prospettiva di proporre azioni e interventi concreti che chi si occupa di benessere (il pubblico, il Terzo Settore, i soggetti civici, etc.) possa mettere in campo per migliorare la qualità della vita di coloro a cui sono diretti. Il focus è la solidarietà intergenerazionale, che non si riduce nei rapporti tra giovani e persone anziane, ma coinvolge anche quell’età di mezzo costituita da coloro che possiamo genericamente definire adulti, a volte paradossalmente trascurati nell’elaborazione di interventi di cui invece avrebbero bisogno e necessità o a cui possono contribuire attivamente.
Per fare ciò, l’indagine si propone di:
- ricostruire lo “stato dell’arte” delle politiche intergenerazionali, attraverso la ricognizione di studi, normativa e documenti di vario tipo sul tema;
- analizzare in profondità come viene vissuto il rapporto tra le generazioni e quali possono essere gli ambiti su cui proporre azioni innovative o insistere su quelle consolidate, attraverso una rilevazione sul campo condotta nel ternano con questionari ad hoc rivolti ai ragazzi, agli adulti e agli anziani;
- individuare buone prassi ed esempi sperimentati in altre realtà territoriali, attraverso un’analisi da sviluppare principalmente con colloqui e ricerche online;
- proporre in concreto, dopo aver condotto le attività illustrate, azioni e interventi che i vari attori possano mettere in atto, definendoli attraverso la conduzione di specifici focus-group con i componenti dell’ANCeSCAO (opportunamente integrati, se del caso, con altri soggetti).
Si tratta di un percorso senz’altro complesso che, però, se condotto con efficacia, passione e collaborazione con i soggetti coinvolti a vario titolo, potrà portare un contributo (certo non decisivo ma effettivo) al miglioramento del benessere della popolazione nel suo complesso. Con l’obiettivo più generale di allargare e riempire di nuovi contenuti il perimetro del welfare cittadino.
La ricerca è coordinata dal sociologo Ugo Carlone e promossa dalla Struttura Comprensoriale ANCeSCAO Umbria Sud Aps. I referenti ANCeSCAO saranno il presidente Lorenzo Gianfelice e la vicepresidente Elisabetta Langellotti insieme alla consigliera Laura Brignone.